Tuesday, April 26, 2011
L'axolotl del Jardin des Plantes
Ieri, grazie a Tabucchi ho scoperto che esiste una bestiola con un nome più mexica del guacamole. Un anfibio che sembra una metafora. Passa tutta la vita in forma di larva a meno che non sia costretto, per motivi ambientali o ormonali, a diventare una specie di salamandra. E finché resta un girino riesce a ricostituire organi interi, compreso parti non fondamentali del cervello. Se resta larva vive a lungo. Se muta, vive meno.
Ha un aspetto da pikachù - Cortazar dice da azteco - con un musetto sorridente e branchie che sembrano ramoscelli.
L'axolotl è il personaggio eponimo di uno dei racconti di "Le armi segrete": "Ci fu un tempo in cui pensavo molto agli axolotl. Andavo a vederli all'acquario del Jardin des Plantes e rimanevo ore a guardarli, osservando la loro immobilità, i loro movimenti oscuri. Ora sono un axolotl." (Axolotl - Julio Cortázar)
Gli axolotl del Jardin des Plantes sono (secondo Wikipedia) alla base della scoperta della neotenia, ovvero della capacità di raggiungere la maturità sessuale mantenando la forma giovanile. E sempre nell'acquario del Jardin des Plantes venne creato l'axolotl bianco con gli occhiuzzi neri (Auguste Duméril: Création d'une race blanche d'axolotls à la ménagerie des reptiles du Muséum d'histoire naturelle et remarques sur la transformation de ces batraciens.) In cattività, vive solo nei canali di Xochimilco e pochi altri laghi vulcanici in Messico.
Comunque, non sono andata vedere i celebri axolotl nell'acquario. Ho preferito i più banali fiori del giardino.
Sunday, April 24, 2011
Saturday, April 23, 2011
Memorie
Tra i libri che sono stati per anni nella lista dei libri da leggere The Man Who Mistook His Wife For a Hat o in italiano L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello merita decisamente di essere letto.
La mia storia preferita: quella dei due gemelli idiots savants che si raccontano i numeri primi come se fossero barzellette. Ho anche provato a salutare i miei colleghi nerd con un numero primo, ma mi hanno guardato strano, proprio come quando li saluto con un "bonjour".
Wednesday, April 20, 2011
Restiamo umani
The Goutte d'or!
Una mostra di foto di Martin Parr sul lato nascosto di Montmartre.
Altro che l'insulsa d'Amelie Poulain!
Dal 6 aprile al 2 Luglio
Da mercoledì a domenica 15-20
Sabato 10-20
Altro che l'insulsa d'Amelie Poulain!
Dal 6 aprile al 2 Luglio
Da mercoledì a domenica 15-20
Sabato 10-20
Tuesday, April 19, 2011
Poema anonimo
di attacchini che hanno sovrapposto parole e accumulato immagini. E alcune cadono, alcune rimangono, come avrebbe detto Cortázar.
Cortázar, lo scrittore argentino naturalizzato francese che abitava nella rue Martel.
Alla fine sono andata in rue Cassette
alla ricerca dell'edificio dove abitava Alfred Jarry al terzo e mezzo piano. Ho trovato:
un tipo stravagante che assomiglia a Ubu,
l'antico hotel di Cossé-Brissac
con tanto di lapide,
una scuola materna per bambine della città di Parigi
una madonna gotica al terrazzo che assomiglia a mia nonna (la Madonna, non il terrazzo).
Al numero quindici, un bel palazzo,
e davanti un ristorante le cui vetrate riflettevano il palazzo davanti,
e finalmente il numero sette
che in effetti ha dei piani parecchio alti. Ma se erano stati dimezzati... ora non lo sono più. Non c'è nemmeno una lapide che ricorda che Jarry ha vissuto qui al terzo piano e mezzo, con un tavolo ridotto, sedie ridotte, letto ridotto etc.
Solo la libreria ha un'incongrua insegna con Ubu.
un tipo stravagante che assomiglia a Ubu,
l'antico hotel di Cossé-Brissac
con tanto di lapide,
una scuola materna per bambine della città di Parigi
una madonna gotica al terrazzo che assomiglia a mia nonna (la Madonna, non il terrazzo).
Al numero quindici, un bel palazzo,
e davanti un ristorante le cui vetrate riflettevano il palazzo davanti,
e finalmente il numero sette
che in effetti ha dei piani parecchio alti. Ma se erano stati dimezzati... ora non lo sono più. Non c'è nemmeno una lapide che ricorda che Jarry ha vissuto qui al terzo piano e mezzo, con un tavolo ridotto, sedie ridotte, letto ridotto etc.
Solo la libreria ha un'incongrua insegna con Ubu.
Monday, April 18, 2011
La festa dei vicini - mai 27
Bella idea, ma in una casa parigina media non entrano più di dieci vicini, ammettendo che tutti restino i piedi. Del resto, con prezzi sui 10.000 € al metro quadro non c'è da largheggiare.
"Mai" non è un grido di disperazione per l'impossibilità di avere una vita sociale in 9 metri quadri (il minimo abitabile a Parigi). In francese "mai" significa "maggio". Per chi volesse saperne di più sulla festa dei vicini: http://www.immeublesenfete.com/. E c'è pure la versione in inglese: http://www.european-neighbours-day.com/
"Mai" non è un grido di disperazione per l'impossibilità di avere una vita sociale in 9 metri quadri (il minimo abitabile a Parigi). In francese "mai" significa "maggio". Per chi volesse saperne di più sulla festa dei vicini: http://www.immeublesenfete.com/. E c'è pure la versione in inglese: http://www.european-neighbours-day.com/
Sentiero luminoso
al Palais Royal. A quanto pare il Palais Royal è lo scenario di un giallo Murder in the Palais Royal: An Aimee Leduc Investigation. Spero che sia meno banale de Il Codice da Vinci.
Quando c'è vento o si va a teatro
Quando c'è molto vento, il parigino avveduto eviterà di passare per il parco del Lussemburgo. Infatti, dal selciato si levano nuvole di polvere abbastanza piacevoli da vedere, meno da respirare. Del tutto controindicate per macchine fotografiche e ipod.
Se l'intenzione è di far navigare le barchine nella fontana, la presenza di vento è indispensabile. Ma dopo un'ora di navigazione, sarà necessaria una doccia per togliersi di dosso il polverone.
In realtà, anche quando non c'è vento, una passeggiata in un parco cittadino significa ridursi le scarpe in stato impresentabile: mai passare da Lussemburgo e Tuileries prima di andare a teatro se non si vuole avere l'aspetto di chi è appena ritornata dalla Parigi-Dakar. Esperienza diretta.
E solo ora mi rendo conto che il giardino del Lussemburgo ricorda il giardino di Boboli. Forse Maria de' Medici (che ha fatto costruire il Luxembourg) aveva nostalgia di Firenze?
Se l'intenzione è di far navigare le barchine nella fontana, la presenza di vento è indispensabile. Ma dopo un'ora di navigazione, sarà necessaria una doccia per togliersi di dosso il polverone.
In realtà, anche quando non c'è vento, una passeggiata in un parco cittadino significa ridursi le scarpe in stato impresentabile: mai passare da Lussemburgo e Tuileries prima di andare a teatro se non si vuole avere l'aspetto di chi è appena ritornata dalla Parigi-Dakar. Esperienza diretta.
E solo ora mi rendo conto che il giardino del Lussemburgo ricorda il giardino di Boboli. Forse Maria de' Medici (che ha fatto costruire il Luxembourg) aveva nostalgia di Firenze?
Sunday, April 17, 2011
Quando passa la randonnée
Domenica pomeriggio e venerdì sera può capitare di veder passare qualche migliaio di forsennati in roller-blades. La randonnée di domenica è per principianti, quella di venerdì per esperti. In ogni caso, non c'è verso di attraversare la strada quando arrivano i pattinatori. Li si guarda sfrecciare più o meno eleganti o goffi, e si aspetta che siano passate le ambulanze che li seguono (non si sa mai).
Buoni propositi estivi: prima o poi toglierò i roller dalla naftalina e parteciperò alla passeggiata per gli imbranati.
Friday, April 15, 2011
Terzo e mezzo
– Monsieur Alfred Jarry ?
– Al terzo e mezzo.
Questa risposta della portinaia mi stupì. Montai da Alfred Jarry che effettivemente abitava al terzo e mezzo. I piani della casa erano parsi troppo alti di soffitto al proprietario, e li aveva dimezzati...
Guillaume Apollinaire, le Flâneur des deux rives.
Pare che Being John Malkovich non ha inventato nulla. E' il racconto più divertente de Il flâneur di Parigi.
Bisognerà andare a vedere questa rue Cassette nel 6eme.
Monday, April 11, 2011
Sunday, April 10, 2011
Wednesday, April 6, 2011
Galleria Colbert
Le due entrate sono al 6, rue des Petits Champs e al 6 rue Vivienne, 75002 Paris.
Costruita da J. Colbert Billaud nel 1826 su iniziativa di una società di speculatori attirati dal successo della Galerie Vivienne. Ma il progetto fu un fallimento e la galleria venne donata all'Institut de France nel 1859 e praticamente abbandonata.
Acquisita dalla Biblioteca Nazionale, la galleria è stata completamente restaurata nel 1980. Le vetrate della Rotonda (nella foto) sono moderne. La Rotonda, che ospitava negozi raffinati, era illuminata da una lampada da terra a forma di albero di cocco, sfortunatamente ora sostituita da una statua raffigurante Euridice morsa dal serpente.
Ora ci sono vai dipartimenti universitari. E' chiusa la domenica.
E per gli appassionati di gallerie parigine: una mostra al Louvre des Antiquaire dal 23 marzo al 26 giugno 2011.
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