Oggi è la festa della musica. Musica dappertutto. Ma non ho ancora scelto. Se non facesse un freddo autunnale ci sarebbe Dedé S.Prix al Palais Royal. Ma se piove?
Dall'11 giugno, fino a fine luglio, ogni sabato e domenica, concerti Jazz nel Parc Floral per la modica spesa di 5€. Yaron Hermann apre la serie. E poi Michel Portal, Bojan Z, Ballaké Sissoko... Da non perdere, Omar Sosa.
A un concerto di musica africana in genere si balla, o per meglio dire, le donne ballano e gli uomini... rientrano in varie categorie:
il palo - non si muove con la samba, non si muove con lo mbalax. Non si muove in assoluto, anche se intorno a lui la sala è in ebollizione. In genere si piazza davanti a me e mi tocca spostarmi.
l'appendiabiti - è venuto con la compagna, che è una ballerina accanita e si dimena in trance ritmica sotto il palco. Di tanto in tanto torna trafelata e felice, depositando la sciarpetta, poi il bolerino, infine la collana con i pendagli da tre etti l'uno. L'appendiabiti resta seduto nel suo cantuccio e bada al mucchietto delle proprietà della fanciulla.
il cerebellare - che ondeggia il capo. E basta.
il rocchettaro - balla tutto, ma proprio tutto, come fosse rock, poco importa se invece è kizomba, mbalax, soukouss, coupé decalé, funana, kwaito, makossa, kuduro, kompa, semba, ndombolo o zouk.
il volenteroso - non ha capito che ballare significa muoversi a ritmo di musica, ma con grande diligenza copia in controtempo o meglio in un tempo variabile e solo suo, quello che fanno gli africani.
l'antropologo - è vestito di stoffe africane, ha fatto anni di stage di danze africane nei più remoti villaggi africani o banlieues parigine e balla (bene) come un africano.
il tarantolato o pai-de-santo Entra in trance alla prima nota, diventa tutt'uno con la musica, ignora tutto ciò che lo circonda e suda litri di sudore. E' spesso un africano o un "antropologo" (vedi sopra).
il Mokhtar o Matar (dal nome di un conoscente) - anche se ha problemi al menisco, ha un sedere da bronzo greco. Fa due o tre passi di danza, acrobatici e perfetti, e in men che non si dica ottiene i numeri di telefono di tutte le presenti nella sala. E' in genere (per non dire sempre e comunque) africano.
Ma torniamo alle cose serie.
La Dynamo
La Dynamo è una sala per musica jazz e world appena fuori Parigi, a due passi dalla Villette. Ha una programmazione varia e interessante e prezzi popolari.
Metro: Linea 7, Aubervillier-Pantin-Quatre chemins
La sede del più importante giornale francese, "Le Monde".
Il più importante, ma non il più venduto, che è invece il quotidiano regionale "Ouest-France" con 768.226 copie nel 2010.
Tra i quotidiani nazionali "Le Parisien-Aujourd’hui en France" vende 470.583 copie, "Le Figaro" 330.237 e "Le Monde" 319.022 (dati dell'organismo di certificazione OJD).
Il palazzo di Areva alla Defense. Uno specchio sotto il sole, ma in realtà tutto nero. Mi sono spesso chiesta se l'architetto non avesse voluto creare una metafora dell'energia nucleare, ingannevolmente "pulita". Pare invece che sia stato ispirato dal monolite di 2001 Odissea nello Spazio e che inizialmente fosse la torre Fiat. Ancora Francia che si compra pezzetti d'Italia.
Stanchi di tanto camminare per Parigi? Niente di meglio che un massaggio collettivo, nella place de la Contrescarpe. I primi 10 minuti sono gratis. Relax e foto dei passanti per tutti.
E proprio grazie a questa opera di Maximilien Luce mi sono resa conto (colpevolmente in ritardo) che la corrente impressionista è contemporanea della Comune.
Dal 12 aprile al 30 luglio 2011
Hôtel de Ville
Ingresso: salle Saint-Jean, 5 rue de Lobau 75004 Paris
Metro : Hôtel de Ville
Tutti i giorni tranne domenica e feste, dalle 10 alle 19
17 giugno, ore 20, rue St Denis
o rue Cadet (che è nel 9ème)
23 giugno, ore 20h, place des Petits carreaux
3 giugno, ore 11,30, rue Montmartre
Portate bibite e panino e chiaccherate con il vicino.
La foto è del Picnic del 25 aprile, organizzato dagli italiani a Parigi (e per essere precisi dal Collettivo 5.12 e a partire da quest'anno, dall'ANPI)
Quest'anno il Gay Pride è il 25 giugno. Una occasione da non perdere per gay, fotografi, amanti del colore, transessuali, ballerini e festaioli in genere.
Per gli amanti della linguistica e delle ubbie francesi, la Gay Parade si chiama qui "Marche de Fiertés LGBT". Più burocratico e ampolloso non si può.
Il percorso (cliccandoci si ingrandisce e diventa leggibile):